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Coltivazione Outdoor Professionale

banner coltivazione outdoor cannabis

In questa vera e propria guida, ti mostrerò tutto quello che devi sapere per avviare la tua coltivazione di Cannabis Outdoor.

Non sarà una semplice guida come le altre, che ti dirà le solite cose…

“Scegli se coltivare in balcone o in giardino, scegli un punto per nascosto ed esposto al sole…”

In questa guida esploreremo l’approccio strategico di una coltivazione professionale.

Quindi il focus sarà sempre sulla massima ottimizzazione.

In questo modo si contengono i costi e quindi si alzano i margini.

Inoltre ti parlerò di aspetti che nessuno tratta, ma che sono vitali per la buona riuscita della coltivazione.

Vedremo nel dettaglio come identificare gli obiettivi, progettare una coltivazione che sia funzionale agli stessi, scegliere il terreno, avviare la coltivazione e la raccolta.

E per finire, vedremo come organizzare il personale per ottenere una catena di montaggio in grado di raccogliere grandi quantità in tempi record.

La cosa ti intriga? Se la risposta è sì, continua a leggere…

Sei pronto? Si parte!

 pianta di cannabis al tramonto

🟢 Progettazione della coltivazione Outdoor

La parte più importante in assoluto della produzione è la parte iniziale.

Se progetterai correttamente la tua coltivazione, avrai la strada spianata per tutto il ciclo di produzione.

Esattamente come un corridore che vuole correre una maratona, se costruisce un buon programma di allenamento, correrà l’intera maratona senza troppa fatica.

Questo esempio ci apre la strada al primo punto della progettazione della coltivazione.

 

🟢 Stabilire l’obiettivo

Qui si coltiva per un obiettivo specifico, guadagnare.

Di conseguenza non si lascia niente al caso.

La prima cosa che devi fare è stabilire quanto dev’essere il tuo raccolto.

La crescita della tua azienda sarà direttamente proporzionale a quanto sarà grande il tuo magazzino.

Questo non significa che devi farti prendere dall’avidità e buttare 150.000 piante per avere un raccolto smisurato.

Devi farti i tuoi conti e capire quante piante e quanto raccolto puoi gestire.

Cercando un compromesso tra crescita dell’azienda e impegno richiesto.

Se il tuo obiettivo è diventare un grossista, dovrai coltivare più piante, se invece coltivi per vendere ai negozi specializzati, ti occorreranno meno piante.

Scegli il tuo obiettivo con cura, su di esso costruiremo tutta la coltivazione.

 

🟢 Identificare il terreno

Una volta stabilito l'obiettivo, il perché coltivi, devi occuparti dei dove coltivare.

In base all'obiettivo che hai scelto ti servirà un terreno più o meno grande, ma che sia piccolo come un giardino o grande come la Pianura Padana, deve rispettare alcuni criteri.

Alla base della scelta del terreno, c’è una cosa che devi fare.

Osserva attentamente cosa circonda il tuo terreno.

 

Esposizione

Se il terreno non è ben esposto al sole, non ha senso coltivare.

Facendo imprese non devi nasconderti come chi coltiva la marijuana, quindi non farti paranoie inutili.

Scegli un terreno che sia esposto al sole per il maggior numero di ore possibile.

Per far questo un trucco è cercare terreni esposti a sud.

Se coltivi ai piedi di una montagna, assicurati che il tuo terreno sia sul versante sud, se hai un condominio davanti, bada bene che il terreno lo abbia sul lato nord, così da essere libero a sud.

C’è un elemento che solitamente non viene considerato e che fa innervosire quando lo si nota: le ombre.

Le ombre possono essere un tuo grande alleato durante le giornate estive più torride, ma un tuo nemico durante le prime brezze settembrine.

Valuta bene l’ambiente che circonda il tuo terreno e analizza come si muovono le ombre e a che ora inizieranno ad oscurare le piante.

 

Ventilazione

La cannabis assorbe moltissima CO2 e se l’ambiente non è ventilato, creerà uno strato d’aria intorno alla foglia totalmente a prova di anidride carbonica.

E questo rallenta la crescita delle piante.

Tieni presente però che più un terreno è scoperto, più e vulnerabile in caso di vento forte.

Un altro elemento da tenere in considerazione e che praticamente nessuno analizza, sono le colline o le montagne intorno al terreno.

Esse offrono una notevole protezione dai venti forti anche se distanti.

Tuttavia, stai molto attento alla presenza di gole o valichi, questi infatti hanno l’effetto opposto, invece che fermare il vento, lo incanalano e fanno uscire ancora più forte.

 

Presenza di acqua

Acqua = Vita.

Un terreno privo di approvvigionamenti idrici è un terreno inutile.

Non importa che sia l’acquedotto, un fiume o un pozzo, l’importante è avere acqua da usare per la nostra coltivazione.

La cannabis a differenza della canapa è una pianta che assorbe grandi quantità di acqua, per questo, se non irrigata, crescerà con estrema difficoltà.

 piantagione cannabis outdoor

 

🟢 Organizzare l'ambiente di lavoro

Adesso arriva la parte più impegnativa…

Organizzare l'ambiente di lavoro è un arte.

Alcune grandi aziende hanno fatto di questa capacità il loro fattore critico di successo.

Mcdonald's è diventata la più grande catena di fast food grazie al “Sistema espresso” ovvero il loro modo di preparare i panini in tempi record.

La Ford ha compreso e applicato meglio di chiunque questo concetto nel 1913, creando la prima catena di montaggio della storia.

Noi non siamo né Mcdonald's né Ford, ma possiamo prendere spunto dal loro metodo di lavoro per realizzare una coltivazione efficiente.

Le zone in cui deve essere suddiviso il terreno sono minimo due.

 

Zona di lavorazione

La zona di lavoro sarà quella parte del terreno dove verranno svolte le attività che non si possono fare direttamente in campo senza rischiare di fare danni.

Essa garantisce uno spazio privo di ostacoli in cui il personale si potrà muovere liberamente senza il rischio di rompere le piante.

In questa zona sarà necessario avere un allaccio alla corrente e accesso all’acqua, in modo da far funzionare e lavare le attrezzature senza bisogno di allontanarsi troppo.

In questo modo si eviterai anche tempi morti dovuti allo spostamento.

In questa parte del terreno sarà necessario allestire una zona all'ombra (qualora non ci sia) dove riposare durante il lavoro.

E per finire, in questa zona, dovra esserci anche il centro di controllo degli impianti della coltivazione.

 

Zona di coltivazione

In questa parte del terreno verranno fatte sviluppare le piante e allestiti gli impianti.

L’attenzione principale in questa zona va posta alla distanza tra le piante e ai corridoi di lavoro, perché queste influenzeranno anche gli impianti.

Devi collocare le piante ad una distanza tale da permettere agli operatori di muoversi liberamente e lavorare senza intralcio.

Se farai coltivazioni molto fitte, devi assicurarti di lasciare dei corridoi per permettere il passaggio ed il trasporto.

La distanza che lascerai alle piante influirà direttamente sul loro modo di crescere e permetterà una transizione rapida da una all’altra durante gli interventi.

Non ti dirò molto altro sull’organizzazione dell’ambiente di lavoro perché è un argomento veramente lungo, dove ognuno ha le proprie preferenze.

Il mio consiglio è quello di andare materialmente in campo e simulare tutti i processi che andranno fatti.

In questo modo si potranno stimare i tempi di lavoro e rendersi conto di dove sono i colli di bottiglia che rallentano la produzione.

 

🟢 Avvio della coltivazione

Molto bene, a questo punto hai progettato interamente la tua coltivazione ed hai un idea di come sviluppare il tutto.

È il momento di passare all’azione!

Vedremo adesso come ottimizzare la messa a dimora delle piante, supportare la crescita e quali tecniche ti consiglio di utilizzare per aumentare le rese della tua coltivazione.

Prendi nota perché ci sarà da divertirsi.

 

Messa a dimora

Mettere a dimora le piante significa trapiantarle per l’ultima volta nel luogo dove resteranno fino alla raccolta.

Sia questo il terreno o dei vasi pieni di terriccio.

Vediamo come velocizzare il processo.

La cosa migliore e meno faticosa che puoi fare se coltivi a terra e coltivate in grandi quantità è quella di dotarti di una trapiantatrice per trattori.

In questo modo ridurrai molto i tempi di lavoro.

Se invece coltivi poche piante ti consiglio di dotarti sempre di una trapiantatrice, questa volta però manuale.

Inoltre è molto intelligente segnare prima dove andranno collocate le piante, in questo modo farai molto prima.

Se coltivi in vaso invece, colloca prima i vasi pieni di terriccio dove dovranno stare e successivamente metti a dimora le piantine con la trapiantatrice manuale.

Una volta messe a dimora innaffia così che le radici percepiscono subito l’acqua ed iniziano a svilupparsi.

 

Supporto alla crescita

Coltivando Outdoor è molto facile che le piante crescano in modo imponente.

Questo è ottimo per i raccolti, ma terribile per la pianta stessa.

Diventando molto grande sarà molto facile che si rompa sotto la forza del vento, per questo è vitale dare alla piante un supporto.

Il più utilizzato in assoluto è la rete di plastica.

Stendendo lungo i filari due reti una sopra l’altra si permette alla pianta di svilupparsi dentro di essa, in questo modo una volta cresciuta avrà le reti come supporto in caso di vento.

Se lavorerai bene, sarà molto difficile che qualcosa le muova.

Nel caso tu voglia ancora più tranquillità, puoi stendere altre due reti ai lati delle piante, in questo modo le piante saranno circondate dalle reti.

Ed anche i rami più esterni avranno un supporto.

 

Training

Una volta compreso come supportare la crescita delle tue piante, è ora di capire come massimizzare il tuo raccolto. 

Per farlo, ci avvarremo delle tecniche di Training.

In futuro scriverò un articolo sulle tecniche di Training, oggi ti darò un paio di nozioni per comprendere i ragionamenti che ci sono dietro.

Inoltre ti spiegherò quelli che io uso nella mia coltivazione.

Le tecniche di Training si dividono in High Stress Training (HST) e Low Stress Training (LST).

La principale differenza che oggi ci interessa è il tempo di ripresa delle piante, le tecniche HST, stressando molto la pianta, allungano i tempi di ripresa.

Le tecniche LST invece richiedono un tempo minore, ma non hanno la stessa efficacia delle HST.

Coltivando outdoor dovrai prestare molta attenzione a quanto andrai a stressare le piante, ogni giorno di ripresa dallo stress, è un giorno di crescita perso.

Se utilizzerai troppe tecniche, le piante non avranno tempo di svilupparsi abbastanza da renderti grandi raccolti.

Posso immaginare cosa ti starai chiedendo. 

“Quali devo usare per ottenere il massimo?”

Per quanto questo sia un segreto per ogni coltivatore e ognuno ha le sue preferenze.

Ho deciso di dirti cosa faccio io, nella speranza di aiutarti a partire con il piede giusto così da farti prendere confidenza e sviluppare le tue preferenze.

Io utilizzo 4 tecniche di Training.

Topping, lollipopping, potatura e defogliazione.

Queste sono il compromesso che ho trovato negli anni per ottenere il massimo raccolto con la minima perdita di giorni di crescita.

Inoltre, scegliere solamente alcune tecniche, porta anche un risparmio di manovalanza che dovrà eseguire il lavoro.

 

🟢 Raccolta

Siamo arrivati alla fine della tua coltivazione di cannabis Outdoor.

A questo punto avrai allestito il tuo ambiente di lavoro con cognizione e fatto crescere nel migliore dei modi le tue piante.

È arrivato il momento di raccogliere i frutti del tuo lavoro.

La raccolta è una fase molto delicata, da essa verrà la buona riuscita o la disfatta della coltivazione.

 

Finestra di raccolta

Se raccoglierai troppo presto la tua cannabis non darai tempo ai terpeni di maturare, se la raccoglierai troppo tardi potresti deteriorare totalmente i cannabinoidi.

Per questo è essenziale saper interpretare la pianta per capire quando raccogliere.

Avrai una finestra temporale di una settimana circa, dopo inizierà l’ ossidazione  dei cannabinoidi.

Dovrai raccogliere quando le cime saranno dure e i pistilli marroni per un buon 80%.

Se hai a disposizione un microscopio, osserva i terpeni.

Quando il 50% circa sarà di color marrone ambra, potrai raccogliere.

 

Organizzazione della raccolta

Abbiamo detto che avrai a disposizione una settimana per raccogliere.

Se hai deciso di fare grandi coltivazioni, questo potrebbe diventare un grosso problema.

Dovrai organizzare la tua forza lavoro in modo da non avere intoppi o colli di bottiglia.

Per fare questo ti posso consigliare di dotarti di alcuni attrezzi che ti semplificheranno la vita.

Prima tra tutti la defogliatrice.

È un macchinario ottimo per velocizzare i tempi di essiccazione ed occupare il minor spazio durante l’essiccazione in caso tu decida di appendere i rami interi.

Se invece decidi di essiccare solamente le cime sfruttando delle reti, ti consiglio assolutamente la sbocciolatrice.

Un macchinario che afferra e tira il ramo, separandolo dalle cime.

Altro strumento banale ma fondamentale sono le cassette da olive.

Tagli un ramo, e lo appoggi nella cassetta, quando hai riempito ¾ cassette, le sposti nella zona di defogliazione/sbocciolatura.

Una volta lavorate, si riposizionano in cassetta e verranno spostate in dry room.

 

Organizzazione della forza lavoro

Non essendoci macchinari in grado di raccogliere la cannabis, questa operazione andrà svolta a mano.

Per farlo dovrai organizzare le tue squadre di lavoro in modo logico, per non intoppare la catena di lavoro.

Nella mia esperienza una squadra per la raccolta dev’essere composta da 4 o 6 persone, a seconda del metodo di essiccazione utilizzato.

Se hai deciso di essiccare a testa in giù la tua cannabis ti serviranno 5 o 6 persone.

Dipenderà tutto dalla velocità di lavoro degli operai.

Se invece hai deciso di stendere solamente le cime, avrai bisogno di 4 o 5 persone.

Molti quando gli spiego questa cosa mi chiedono “Come vanno organizzati? Quanti vanno dove?”

Non c’è una risposta definitiva perché se sono in sinergia ne bastano 3, se uno va tanto più veloce ne occorreranno 5 o più.

Come assetto di base però consiglio sempre di partire nel modo che ti dirò.

Con l'esperienza vedrai direttamente tu se la formazione è adeguata o se andranno apportate modifiche.

Per partire io consiglio sempre…

Di partire con 5 uomini.

Due alla raccolta, loro tagliano i rami e li posizionano in cassetta per poi portarle a chi viene dopo nel processo di raccolta.

Uno ai macchinari, chi opera ai macchinari solitamente è molto più veloce di chi lavora a mano per ovvi motivi, per questo consiglio di lasciarci un solo uomo.

Due a posizionare in dry room, andando più veloce, chi è hai macchinari tende a lavorare grandi quantità in tempi contratti.

Se lascerai un solo uomo a svuotare le cassette e stendere il raccolto, rischi di creare intoppi (in quanto non potrà liberare cassette da rendere a chi raccoglie) e frustrarlo.

Se ci pensi bene a nessuno piace fare un lavoro, credere di aver finito e rendersi conto di averne una montagna che si accumula mentre lavori.

Molto bene…

Con questa ultima osservazione, siamo giunti alla fine di questa guida.

Abbiamo osservato tutti i punti fondamentali di una produzione di cannabis outdoor professionale.

Abbiamo compreso come organizzare gli ambienti di lavoro e la manovalanza, oltre che ad ottenere il massimo risultato col minimo sforzo.

Spero che ti sia stato utile.

A presto.

Niccolò, GranduCANAPA.